top of page

ALLA LUNA

Come l'Infinito, anche questo idillio risale al 1819; il titolo originario: "La ricordanza" viene mutato dall'autore in quello attuale in occasione della prima edizione a stampa dei Canti ( 1831), perché troppo simile a quello di una poesia del 1829, Le ricordanze.

L'intimo colloquio con l'astro notturno fornisce a Leopardi lo spunto per illustrare il piacere doloroso e prezioso che viene all'uomo dai ricordi (« E pur mi giova/ la ricordanza).

LA POESIA

O graziosa luna, io mi rammento

che, or volge l'anno, sovra questo colle

io venia pien d'angoscia e rimiranti:

e tu pendevi allor su quella selva

siccome or fai, che tutta la rischiari.

Ma nebuloso e tremolo dal pianto

che mi sorgea sul ciglio, alle mie luci

il tuo volto apparia, che travagliosa 

era mia vita: ed è, né cangia stile, 

o mia diletta luna. E pur mi giova

la ricordanza, e il noverar l'etate

del mio dolore. Oh come grato occorre 

nel tempo giovanil, quando ancor lungo

la speme e breve ha la memoria il corso,

il rimembrar delle passate cose, 

ancor che triste, e che l'affanno duri!

LA PARAFRASI

O luna graziosa, mi ricordo che,
un anno fa, sopra questo colle
venivo pieno di angoscia per guardarti:
e anche in quel momento, così come ora,
rimanevi sospesa sulla quella selva
che illumini per intero.

A causa, però, del pianto che mi sgorgava dagli occhi
il tuo volto mi appariva tremulo e annebbiato,
poiché la mia vita è dolorosa, e ancora lo è,
non dando alcun segno di voler cambiare,
luna, mia cara.
Eppure ricordare mi dà sollievo,
così come contare gli anni che ho passato a soffrire.
Oh, com’è gradito quando giunge in età giovanile
la speranza di chi ha ancora davanti a sé un lungo cammino
e la memoria lascia dietro sé un tratto breve, il ricordo del passato,
nonostante questo sia stato triste e il ricordo ne perduri ancora

COMMENTO AL TESTO

La ricordanza

Una situazione che si ripete nel tempo E nello spazio alla presenza luminosa della luna richiama un sentimento doloroso del passato e invita al confronto con lo stato d’animo presente, altrettanto doloroso, ma più sereno e composto. La diversa qualità del sentimento è infatti segnata dal piacere della ricordanza. Nella sua stesura iniziale, “Alla Luna”, portava il titolo di la ricordanza.


 

Piacere della ricordanza, piacere della poesia.

Il piacere della ricordanza diventa anche il piacere della parola, e quindi il piacere della poesia, che consiste nella sua capacità di riprodurre un’esperienza attraverso il testo, al di fuori dello spazio e del tempo.

La forma circolare del testo.

Varie corrispondenze tematiche e foniche concorrono alla strutturazione del testo in una forma conclusa e circolare. A livello tematico spiccano gruppi di parole-chiave:

·         angoscia, pianto, dolore, affanno;

·         mi rammento, la ricordanza, il rimembrar;

·         io venia e tu pendevi;

·         il tuo volto appariglia ed era mia vita.

Il fluire della poesia è reso dolce e armonioso dalla relativa omogeneità del ritmo.

GIACOMO LEOPARDI

LEOPARDI.jpg

Giacomo Leopardi nacque a Recanati, nelle Marche, nel 1798 da una nobile famiglia. Crebbe in un ambiente chiuso di provincia, di cui sentì sempre l'oppressione, aggravata per di più dall'indifferenza del padre, il conte Monaldo, e dall'eccessiva severità della madre, Adelaide dei marchesi Antici.

Insofferente dell'arretratezza culturale di Recanati e tormentato da una profonda crisi interiore, dopo un tentativo di fuga ottenne nel 1822 il permesso di recarsi a Roma.

Deluso e amareggiato face ritorno a Recanati. Nel 1825 si trasferì a Milano, successivamente visse a Bologna e a Firenze.

Intanto le sue condizioni di salute peggiorarono; per di più una grave delusione d'amore prostrò del tutto il suo animo. Nel 1833 si trasferì a Napoli, dove trascorse gli ultimi anni di vita assistito e confortato dall'amico Antonio Ranieri.

Morì nel 1837, all'età di 39 anni.

Alla_luna,_manoscritto_leopardiano.jpg
bottom of page